di nuovo fra voi

Post n°82 pubblicato il 01 Gennaio 2008 da playagiron0
 

Salve, non sono scomparso, sol che per un pò mi sono dedicato ad altre cose sempre inerenti a Cuba. Ovvero commercio di prodotti che mi fanno ricordare sempre la bella e famosa Cuba.

Parliamo di Ron quali Arecha, Caney, Paticruzado o Los Marinos e comunque birre o cerveza cuabane come Cristal o Palma Cristal, Mayabe, Bucanero o Cubanero e succhi Tropical.

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blog di libero masterhoreca.

Auguri a tutti e buon 2008

 
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HUGO CHAVEZ

Post n°81 pubblicato il 09 Agosto 2007 da playagiron0

Chávez ha denunciato un complotto internazionale contro l’ALBA

PL/RHC – Il presidente venezuelano, Hugo Chávez, ha denunciato l’esistenza di un complotto internazionale contro l’Alternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA), un progetto integrazionista regionale.

Nel suo abituale programma domenicale Aló Presidente, trasmesso da un cantiere per abitazioni in marcia vicino alla capitale, Chávez ha precisato che un elemento del complotto sono le  pressioni degli Stati Uniti contro il Nicaragua.

Chávez ha ricordato che il presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, ha denunciato le azioni dell’ambasciata degli USA a Managua, perchè è già cominciata la cospirazione contro il sandinismo e lo steso accade in Bolivia, dove una cospirazione internazionale tratta d’impedire il sorgere dell’ALBA, l’alleanza bolivariana dei popoli, il movimento liberatore e antimperialista.

Chávez, che ha sottolineato la sua certezza del fallimento del tentativo d’impedire lo sviluppo dell’ALBA, integrata da Venezuela, Cuba, Bolivia e Nicaragua, ha avvisato che esistono grandi minacce contro di noi.

Dopo aver ricordato che contro il presidente di Cuba, Fidel Castro, sono stati elaborati più di 600 attentati, ha avvisato che la guerra non è terminata.

“La CIA non riposa” ha detto il presidente venezuelano, che ha definito la CIA “Una macchina per uccidere, la più perfetta mai inventata per ammazzare e per destabilizzare”, ha sottolineato. (Traduzione Granma Int.)

 
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Ernesto Guevara

Post n°80 pubblicato il 21 Marzo 2007 da playagiron0

Soprattutto,  siate  sempre   capaci  di  sentire nel  più  profondo qualunque ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque
parte del mondo...è la qualità migliore di un rivoluzionario...
Ernesto "Che" Guevara

 
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Lettera ai figli

Post n°79 pubblicato il 21 Marzo 2007 da playagiron0
 
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Lettera ai Figli

Cari Hildita, Aleidita, Camilo, Celia ed Ernesto, se un giorno dovrete leggere questa lettera, è perché non sarò più tra voi. Quasi non vi ricorderete di me e i più piccolini non mi ricorderanno affatto.

Vostro padre è stato un uomo che agisce come pensa ed è certamente stato fedele alle sue convinzioni.

Crescete come buoni rivoluzionari. Studiate molto per poter dominare la tecnica che permette di dominare la natura. Ricordatevi che l'importante è la rivoluzione e che ognuno di noi, da solo, non vale niente.

Soprattutto siate sempre capaci di sentire nel più profondo di voi stessi ogni ingiustizia commessa contro chiunque in qualsiasi parte del mondo: è la qualità più bella di un rivoluzionario.

Arrivederci, bambini miei, spero di rivedervi ancora. Un grande bacio e abbraccio da

Papà

 

 
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Seconda lettera di Fidel Castro a George W. Bush

Post n°78 pubblicato il 05 Gennaio 2007 da playagiron0
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Seconda lettera di Fidel Castro a George W. Bush

Due nuove infamie del Governo degli Stati Uniti - l’inserimento di Cuba in un’altra delle arroganti liste da parte di coloro che hanno la pretesa di essere padroni del mondo, compresa in un rapporto del Dipartimento di Stato pubblicato il 14 giugno, in cui si accusa il nostro paese di partecipare al traffico di persone e si aggiunge la vile calunnia di promuovere il turismo sessuale, e la proclamazione il giorno 16 di crudeli misure addizionali al blocco per asfissiare l’economia che mantiene la vita del nostro popolo - mi costringono a un secondo messaggio indirizzato al Presidente degli Stati Uniti.
Signor Bush,
Devo essere sereno ma molto sincero, sebbene senza l’animo di insultarla o di offenderla. Il fatto di inserire Cuba in una lista di paesi che praticano il traffico illegale di persone è cinico. Qualcosa di più che infame e ripugnante in questo arrogante rapporto, che il Dipartimento di Stato deve presentare ogni anno, è il fatto di affermare che Cuba promuove il turismo sessuale persino con bambini.
Lei è in condizioni di informarsi che per la riunificazione familiare, Cuba ha sottoscritto due accordi migratori con gli Stati Uniti. Il primo, nell’anno 1984, non venne rispettato dalle amministrazioni statunitensi. Dieci anni dopo, invece dei 20.000 visti offerti, ne sono stati concessi soltanto mille ogni anno, il 5%. All’epoca della crisi migratoria dell’anno 1994, il nostro paese sottoscrisse un nuovo accordo migratorio con il Governo degli Stati Uniti, ampliato l’anno seguente e ancora in vigore malgrado il fatto che, pur rispettato nella sostanza riguardo al numero di visti, non è stato rispettato l’obbligo non eludibile e fondamentale di evitare ogni stimolo all’emigrazione illegale.
La Legge Assassina di Aggiustamento cubano è stata mantenuta ferrea senza alcuna giustificazione, e persino nuovi stimoli sono stati aggiunti. Questa legge assurda e immorale è costata un numero incalcolabile di vite, tra cui quello di tanti bambini cubani. A partire dalla stessa è nato poi l’odioso traffico di emigranti, che utilizza lance rapide che, provenienti dagli Stati Uniti, arrivano a qualsiasi punto delle nostre coste. Cuba punisce con severità tali fatti mentre invece le amministrazioni degli Stati Uniti, per motivi politici associati allo stato della Florida, a tutti noti, se ne sta con le mani in mano.
Nessun paese al mondo ha fornito come Cuba così tanta protezione fisica e morale, sanità e istruzione ai propri bambini. Lei dovrebbe sapere che negli Stati Uniti muore in proporzione un maggior numero di bambini durante il primo anno di vita che a Cuba. Il 100 % dei bambini e degli adolescenti nel nostro paese, compresi coloro che soffrono di qualche incapacità fisica o mentale, frequentano le scuole corrispondenti e studiano.
Come pretende lei di ignorare che mentre negli Stati Uniti nelle aule c’è una media di oltre 30 allievi per ogni maestro a Cuba ce ne sono meno di 20 per classe e i risultati scolastici superano quelli di qualunque paese sviluppato?
I nostri servizi di salute hanno elevato le prospettive di vita di ogni bambino che nasce, dai circa 60 anni o meno nel 1959, secondo le stime, ai 76.13 anni attuali.
Malgrado il blocco degli Stati Uniti e il crollo del campo socialista, la disoccupazione a Cuba raggiunge soltanto il 2.3 %, varie volte al di sotto di quella del suo paese, il più ricco e industrializzato del mondo.
Lei dovrebbe vergognarsi del tentativo di asfissiare economicamente il popolo che, bloccato e sottoposto a oltre quattro decenni di guerra economica, aggressioni armate e azioni terroristiche, è stato capace di realizzare tali prodezze. Nel suo paese lei non è in grado di mostrare niente di simile.
Lei cerca di strangolare l’economia e minaccia con la guerra il paese che è stato capace di raggiungere la cifra di 20.000 medici in servizio internazionalista in 64 paesi del Terzo Mondo. La sua amministrazione, sebbene dispone delle risorse della potenza più ricca della terra, non ha inviato neanche un medico nei più sperduti luoghi dei suddetti paesi, come ha fatto Cuba.
Sulla sua coscienza, così come su quella del leader degli Stati più ricchi, pesa il genocidio che significa la morte, ogni anno, di oltre dieci milioni di persone che potrebbero essere salvate, come conseguenza delle più diverse forme di saccheggio e di furto a cui vengono sottoposti i paesi del Terzo Mondo mediante l’ordine economico mondiale ingiusto e ormai insostenibile, che i paesi ricchi hanno imposto a scapito dell’80 % degli abitanti del pianeta.
Qualcuno dovrebbe informarla di questi problemi e di queste verità, invece di diffondere intrighi e menzogne per tutto il tempo.
Rispetto a Cuba lei si lascia trascinare dalla fanatica credenza secondo cui la sua rielezione a novembre dipende dall’appoggio di una mafia riconosciuta come terrorista, formata da vecchi emigrati e dai loro discendenti, una parte importante dei quali proviene dai gruppi di malversatori e criminali di guerra dei tempi di Batista, che si sono rifugiati con il loro bottino e i loro crimini negli Stati Uniti. Altri si sono arricchiti grazie ai servizi prestati per molto tempo in azioni di terrorismo e di aggressioni che sono costate molto sangue al nostro popolo. Questi gruppi hanno sempre meno prestigio e influenza. Tutti ricordano quanto avvenuto in Florida, dove loro hanno commesso numerose frodi elettorali per le quali sono dei veri esperti, e lei ha ottenuto la vittoria per solo 518 voti. Non voglio umiliarla frugando in questo sordido e sgradevole fatto. Preferisco soltanto dirle con franchezza che gli errori a cui la conducono i suoi impegni con la mafia cubano-americana possono essere decisivi in senso negativo alle prossime elezioni.
Il popolo statunitense è già stanco della vergognosa influenza che i suddetti gruppi esercitano nella politica estera e interna di un paese tanto importante. La sua dipendenza dai riferiti gruppi finirà per farle perdere molti voti, e non soltanto in Florida bensì in tutto il paese.
Il divieto agli statunitensi di recarsi a Cuba, accompagnato da brutali minacce di repressione, viola un principio costituzionale e un diritto del quale sono sempre stati fieri i cittadini del suo paese. Dimostra, inoltre, paura politica.
Quando Cuba senza tentennamenti né timori ha aperto le porte, con pochissime eccezioni, alla grande massa di emigrati affinché visitassero il paese d’origine; quando anche in data recente le visite sono state autorizzate con il semplice tramite dell’abilitazione del passaporto ogni due anni, affinché possano viaggiare ogni volta che lo desiderino, lei applica spietate e inumane misure contro le famiglie cubane, e ciò oltraggia la loro cultura e le loro tradizioni ancestrali. Vietare ai cubani residenti negli Stati Uniti, nazionalizzati o meno, di visitare i loro familiari più prossimi, anche moribondi, in un periodo non minore di tre anni, è una crudeltà inqualificabile. Non pochi cubano-americani pensano già a promuovere un voto di castigo.
Lei, per ragioni strettamente elettorali, passando al di sopra delle Risoluzioni approvate da quasi tutti i membri delle Nazioni Unite, ha appena adottato nuove e più severe misure economiche contro il popolo cubano, che l’opinione pubblica mondiale e la stragrande maggioranza della stessa opinione pubblica degli Stati Uniti aborriscono.
Il peggio della sua dissennata e barbara politica contro Cuba è che lei e il suo gruppo di consiglieri più stretti avete dichiarato senza alcun pudore il vostro proposito di imporre mediante la violenza la cosiddetta transizione a Cuba, qualora io morissi in carica; ovviamente, non esitate a confessare che cercherete di accelerare la suddetta transizione il più possibile. Lei conosce molto bene cosa vuol dire ciò nel linguaggio mafioso.
Tuttavia, forse la cosa più cinica è stata quella di annunciare che le prime ore sarebbero decisive, perciò l’idea è quella di impedire dopo, a ogni costo, in qualsiasi circostanza, che una nuova direzione politica e amministrativa conduca il nostro paese, ignorando così assolutamente la Costituzione cubana, le facoltà dell’Assemblea Nazionale e della Direzione del nostro Partito, e le funzioni che la Legge fondamentale e le più alte istituzioni del popolo hanno concesso - come in ogni parte del mondo - a coloro che hanno le responsabilità pertinenti per assumere subito tale compito.
Siccome ciò è possibile soltanto con l’invio di truppe che occupino punti chiave del paese, si sta proclamando il proposito di intervenire militarmente nella nostra patria. Perciò il 14 maggio le ho inviato in anticipo i miei saluti per il ruolo di Cesare da lei assunto, che ho preso dai gladiatori costretti a combattere fino a morire nel circo dell’antica Roma.
Lei deve sapere che la sua marcia contro Cuba non sarà per niente facile. Il nostro popolo resisterà alle sue misure economiche non importa quali esse siano. Quarantacinque anni di lotta eroica di fronte al blocco e alla guerra economica, alle minacce, alle aggressioni, ai piani di assassinio dei leader, al sabotaggio e al terrorismo non hanno indebolito bensì rafforzato la Rivoluzione.
Quarantatré anni fa, l’invasione alla Baia dei Porci fu annullata in meno di 66 ore di combattimento senza tregua, malgrado i calcoli di brillanti esperti.
Alcuni degli attuali dirigenti della Rivoluzione hanno vissuto quella singolare esperienza in cui pochi uomini, con solo sette fucili a disposizione, riuscirono a sconfiggere, con le armi strappate al nemico in combattimento, le forze armate di Batista, che contavano 85.000 uomini in armi, consiglieri statunitensi, ed erano equipaggiate e addestrate dagli Stati Uniti.
Un anno e sei mesi dopo Girón, nell’ottobre 1962, la minaccia reale di un attacco nucleare non ha fatto spaventare nemmeno un combattente cubano. Nessuna ispezione al nostro territorio fu da noi autorizzata, malgrado quanto convenuto dalle due superpotenze.
Decine di anni di guerra sporca, sabotaggi e terrorismo, in cui hanno avuto uno spiccato ruolo molti dei suoi attuali amici di Miami, non hanno potuto piegare Cuba.
Il crollo del campo socialista europeo e della stessa URSS, che ci ha privato di mercato, combustibile, alimenti e materie prime, con un blocco rafforzato dalle Leggi Torricelli, Helms Burton e da altre misure, non hanno abbattuto il popolo cubano ed è avvenuto ciò che sembrava impossibile: abbiamo resistito! Ciò che è già nel sangue e nelle tradizioni dei patrioti cubani discendenti da quelli che nell’ultima guerra contro il colonialismo spagnolo hanno affrontato, corroso e letteralmente sconfitto 300.000 soldati della Spagna, è proprio quello spirito di lottare contro l’impossibile e vincere.
Non è mio proposito, Signor Presidente degli Stati Uniti, quello di mortificarla né amareggiarla con questi ricordi. Compio semplicemente il desiderio di illustrarla su Cuba, sul significato di un processo rivoluzionario vero e profondo e su come è il popolo che vuole guardare con disprezzo.
Cuba conta oggi sulla popolazione di maggior cultura e di maggior coscienza politica tra tutti i paesi del Terzo Mondo. Non è un popolo di fanatici; è un popolo di idee. Non è un popolo di analfabeti e di semianalfabeti, è un popolo dove l’accesso agli studi di livello superiore è di massa e universale, così come per il coraggio e per il patriottismo. Ai sogni di una società veramente giusta e umana si aggiunge l’esperienza e la conoscenza, qualcosa che lei con il suo fondamentalismo e il suo solito modo messianico di agire non potrà facilmente capire.
Oggi non siamo più un pugno di uomini decisi a vincere o morire. Siamo milioni di uomini e donne che disponiamo delle armi sufficienti, più di duecentomila ufficiali e capi ben preparati, che conoscono come devono essere usate nelle condizioni di guerra moderna e sofisticata, e un’enorme massa di combattenti che conosce ugualmente bene i punti forti e deboli di coloro che ci minacciano, malgrado le immense risorse belliche e la superiorità tecnologica delle loro armi.
Nelle condizioni odierne di Cuba, di fronte a un’invasione del paese, la mia assenza fisica - sia per cause naturali o di altra indole - non farebbe il benché minimo danno alla nostra capacità di lotta e di resistenza. In ogni capo politico e militare di qualunque livello, in ogni singolo soldato, c’è un comandante in capo potenziale che sa cosa deve fare, e in certe situazioni ogni uomo potrà diventare il suo proprio comandante in capo.
Voi non potrete disporre di un giorno, di un’ora, di un minuto o di un secondo per impedire che la conduzione politica e militare del paese sia assunta subito come previsto. Gli ordini su ciò che si dovrà fare sono già stati dati in anticipo. Ogni uomo e ogni donna sarà al suo posto di combattimento, senza perdere un secondo.
Le ho già detto ben chiaro il 14 maggio, alla presenza di oltre un milione di cubani che ha sfilato davanti al suo Ufficio di Interessi, ciò che dovevo fare e che farei. E’ il mio obbligo. Oggi lo ribadisco e suggerisco a lei e ai suoi consiglieri di non inventare vendette vili contro il nostro popolo. Non tentate pazze avventure quali operazioni chirurgiche o guerre di logoramento con l’uso di sofisticate tecniche perché gli avvenimenti potrebbero sfuggirvi dalle mani. Potrebbero succedere cose indesiderabili, che non sono buone né per il popolo di Cuba né per il popolo degli Stati Uniti. Potrebbero distruggere l’accordo migratorio, potrebbero provocare esodi di massa che non saremmo in grado di impedire, potrebbero provocare una guerra totale tra giovani soldati statunitensi e il popolo di Cuba, il che sarebbe troppo triste.
Posso assicurare che lei non vincerebbe mai quella guerra. Qui non troverà un popolo diviso, etnie opposte o profonde differenze religiose, né ci saranno generali traditori al comando delle nostre truppe; troverà un popolo solidamente unito da una cultura, da un sentimento solidale e da un’opera sociale e umana senza precedenti nella storia. Lei non guadagnerà la gloria con un’azione militare contro Cuba.
Il nostro popolo non rinuncerà mai alla propria indipendenza, né rinuncerà mai ai propri ideali politici, sociali e umani.
Cuba è stata assolutamente solidale quando c’è stato il doloroso e ingiustificabile attacco alle Torri Gemelle. Quello stesso giorno abbiamo esposto i nostri punti di vista, che oggi vengono confermati con precisione quasi matematica. La guerra non è la via per porre fine al terrorismo e alla violenza nel mondo. Quel tragico episodio è stato utilizzato come pretesto per imporre al pianeta una politica di terrore e forza.
Le misure contro il popolo di Cuba sono un’azione atroce e inumana. Cuba può dimostrare che lei vuole distruggere un paese che ha salvato e continua a salvare con i propri servizi medici centinaia di migliaia di vite nei paesi poveri del mondo, che potrebbe anche essere capace di salvare tanti cittadini poveri degli Stati Uniti quanti ne sono morti nelle Torri Gemelle, cioè 3.000 persone.
Lei sicuramente sa che negli Stati Uniti ci sono 44 milioni di cittadini che non dispongono di assicurazione sanitaria, che in due anni 82 milioni di statunitensi non hanno avuto per qualche periodo tale assicurazione e quindi non potevano pagare il colossale prezzo di servizi di salute che sono vitali. Un calcolo, molto per difetto, indica che tante decine di migliaia di vite vengono perse ogni anno negli Stati Uniti per tale causa, forse trenta o quaranta volte di più di quelli che sono morti nelle Torri Gemelle. Qualcuno dovrebbe fare i calcoli precisi. In un breve periodo di cinque anni, Cuba è disposta a salvare la vita di 3.000 cittadini statunitensi poveri. Oggi è perfettamente possibile prevedere ed evitare un infarto che potrebbe essere mortale, e risolvere malattie che conducono inevitabilmente alla morte. I 3.000 statunitensi potrebbero recarsi nel nostro paese con un familiare di accompagnamento e ricevere trattamento in modo assolutamente gratuito.
Voglio farle una domanda, signor Bush. Si tratta di una questione etica e di principio. Sarebbe disposto lei a concedere a questi cittadini autorizzazione di recarsi a Cuba in un programma destinato a salvare una vita per ognuno dei morti nell’atroce attacco alle Torri Gemelle? Se loro accettassero i suddetti servizi e decidessero di venire, sarebbero puniti?
Si dimostri al mondo che c’è alternativa all’arroganza, alla guerra, al genocidio, all’odio, all’egoismo, all’ipocrisia e alla menzogna!
In nome del popolo di Cuba,
Fidel Castro Ruz
21 giugno 2004

 
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Messaggio del Comandante  ai partecipanti alla celebrazione del suo 80º compleanno.

Post n°77 pubblicato il 05 Gennaio 2007 da playagiron0
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 Cari compatrioti e cari amici di tutto il mondo,

In questo periodo ho lavorato intensamente per garantire nel nostro paese gli obiettivi del Proclama del 31 luglio.
Adesso, ci troviamo di fronte a un avversario che ha portato gli Stati Uniti a un disastro di tali dimensioni, che quasi sicuramente lo stesso popolo statunitense non gli permetterà di concludere il mandato presidenziale.
Per rivolgermi a voi, intellettuali e personalità prestigiose del mondo, affrontavo un dilemma: non potevo riunirvi in un piccolo locale. Soltanto il teatro Carlos Marx poteva accogliere tutti i visitatori e, secondo i dottori, io non ero ancora in condizioni di sostenere un così colossale incontro.
Ho scelto la variante di parlarvi utilizzando questa via. E’ noto il mio pensiero martiano secondo cui la gloria e gli onori stanno in chicco di mais.
La vostra generosità in realtà mi onora. Sono tante le persone che mi piacerebbe menzionare qui, che di nuovo scelgo di non farlo, e vi chiedo perdono per citare soltanto un nome: Oswaldo Guayasamín, perché lui riuscì a riassumere in sé molte delle migliori virtù delle persone qui presenti.
Mi fece quattro ritratti. Il primo, che dipinse nel 1961, andò perso. Lo cercai in tutti i posti possibili e non lo ritrovai mai. Quanto soffrì, quando seppi che eccezionale persona era Guayasamín! Il secondo lo dipinse nel 1981 e si conserva nella Casa Guayasamín all’Habana Vieja. Il terzo, dipinto nel 1986, si conserva nella "Fondazione Antonio Nuñez Jiménez della Natura e dell’Uomo". Io e lui, quando ci conoscemmo, eravamo ben lungi dall’immaginare che il quarto ritratto sarebbe stato il suo regalo di compleanno in agosto del 1996.
Quanto ispirate furono le sue parole quando disse: Da Quito e in qualunque angolo della Terra, lasciate una luce accesa, ché ritornerò tardi!.
Su Oswaldo Guayasamín scrissi un giorno, all’inaugurazione della Capella dell’Uomo: "Fu la persona più nobile, trasparente ed umana che abbia mai conosciuto. Creava alla velocità della luce, e la sua dimensione come essere umano non aveva limiti."
Finché esista il pianeta e gli esseri umani respirino, l’opera dei creatori esisterà.
Oggi, inoltre, grazie alla tecnologia, le opere e le conoscenze che l’uomo ha creato durante migliaia di anni sono alla portata di tutti, anche se non si conoscono ancora gli effetti che avranno sugli esseri umani le radiazioni dei miliardi di computer e telefonini.
Pochi giorni fa, la prestigiosa organizzazione Fondazione Mondiale per la Vita Silvestre (WWF International, in inglese), con sede in Svizzera e ritenuta mondialmente la più importante ONG che controlla l’ambiente globale, ha dichiarato che l’insieme di misure applicate da Cuba per proteggere l’ambiente la convertivano nell’unico paese della Terra che adempiva i requisiti minimi per lo sviluppo sostenibile. Ciò è stato un onore, stimolante per il nostro paese ma di scarsa trascendenza mondiale, dato il peso della sua economia. Per tale motivo, lo scorso 23 novembre, ho inviato un messaggio al Presidente Chávez che diceva:
"Caro Hugo,
"Con l’adozione di un Programma Integrale di Risparmio d’Energia, diventerai il più prestigioso difensore mondiale dell’ambiente.
"Il fatto che il Venezuela sia il paese con maggiori riserve di petrolio ha un’enorme importanza e diventerai un esempio che spingerà tutti gli altri consumatori d’energia a fare lo stesso, risparmiando incalcolabili somme d’investimento.
"Così come Cuba, produttore di nichel, può mobilitare risorse pari a miliardi di dollari per lo sviluppo, il Venezuela, con le esportazioni di idrocarburi, potrebbe mobilitare anche miliardi.
"Se i paesi industrializzati e ricchi riuscissero a realizzare il miracolo di riprodurre nel pianeta, fra qualche decennio, la fusione solare, distruggendo prima l’ambiente con emanazioni di idrocarburi, come i popoli poveri, che costituiscono la stragrande maggioranza dell’umanità, potranno vivere in quel mondo.
"Fino alla vittoria sempre!"
Infine, cari amici che ci avete fatto l’immenso onore di visitare il nostro paese, mi congedo con gran dispiacere per non aver potuto ringraziarvi personalmente e abbracciare ognuno di voi. Abbiamo il dovere di salvare la nostra specie.


Fidel Castro Ruz

28 novembre 2006.

 
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Gente di Cuba

Post n°76 pubblicato il 05 Gennaio 2007 da playagiron0
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Gente di Cuba\n\rGente di Cuba

“Italiani eh? Juventus, Roma, Del Piero..che telefonino avete voi? Guardate il mio..” Miguel tira fuori il suo Siemens dalla tasca mentre corre veloce col taxi su quella strada piena di buche che dall’aeroporto porta a la Habana. “ Miguel è la prima persona che incontriamo a Cuba, il nostro imprinting con la cultura e la gente del luogo. Fuori dal finestrino guardiamo fuori e stringiamo gli occhi per cercare di vedere qualcosa ancora nel buio della sera. Miguel continua a parlare, ha voglia di comunicare e ci tiene a farci sapere che lui l’Italia la conosce bene e che ha pure l’antenna satellitare e che segue il nostro campionato di calcio. Ma quanto corre su quella strada piena di bici, carretti, e auto degli anni ’50, rischiando di travolgere persone e biciclette..! Ma a Cuba non ci sono i segnali stradali, e non vedo nemmeno i cartelli pubblicitari, è una delle prime domande che mi pongo quando vedo davanti a me un grande cartello inneggiare al 40°anniversario della rivoluzione.. sì la rivoluzione, a Cuba ancora quell’evento è così presente ed importante che ci viene ricordato ad ogni angolo.

Irene ha occhi scuri, qualche anno più di 40 e un volto segnato da rughe che non riescono a nascondere una bellezza forse troppo presto sfiorita. Lei viene da Pinar del Rio, una terra verde verde al nord di Cuba, famosa per le piantagioni di tabacco, la sua è una famiglia di contadini, o come dicono qui, campesinos; 9 anni fa è venuta a cercar fortuna a la Habana ed ora vive con Ruben e ‘tiene un negocio’ affitta 2 stanze e un bagno malconcio a turisti di passaggio..alla ricerca di una casa particolar. A casa di Irene stiamo 3 notti, le nostre prime tre notti di Cuba, in compagnia di un condizionatore russo che fa il rumore di un elicottero, di un gatto magrolino.. “Come si sta a Cuba, come si vive qui Irene? E Castro? è ancora così amato?” una mattina, mentre ci prepara la colazione, due uova al tegamino con tanto olio, qualche fetta di pane, succo e marmellata di Guayaba, un frutto che da queste parti è come la mela da noi.., la interroghiamo…

“ la situazione non è buona.., la gente non se la passa certo bene; la situazione è andata peggiorando negli ultimi anni, l’embargo si è fatto più rigido ed opprimente, ormai da anni non ci arriva più il petrolio, le auto e la tecnologia di cui prima l’ex URSS ci riforniva, inoltre non vendiamo più ai russi la canna da zucchero come un tempo..” Ma la sanità e la scuola ed il lavoro per tutti, un po’ i fiori all’occhiello di Castro, insomma l’esito della rivoluzione..?” incalziamo.. “ prendiamo la medicina e la situazione sanitaria.. attualmente a La Habana sei ospedali sono chiusi e tre medici su quattro sono stati spediti in Venezuela dal suo amico Chavez, chissà forse.. è un baratto in cambio del petrolio venezuelano.. e le medicine e le bende negli ospedali scarseggiano..io sono in lista d’attesa da 6 mesi per la mia gotta [ndr. Credevo che la gotta fosse una malattia ormai assolutamente scomparsa dalla faccia della terra, e invece a Cuba c’è] “ e la situazione economica, il commercio e il mercato nero, le chiediamo ancora?”. Riprende Irene: “ Come sapete lo Stato passa a tutti un minimo da vivere, abbiamo la tessera per i viveri: 5 Kg di riso al mese, un litro di latte al giorno se hai un bambino più piccolo di 7 anni, una bottiglia di olio, un sapone al mese… insomma il minimo per sopravvivere, niente di più; tutto il resto, quello che manca per finire il mese, ce lo dobbiamo comprare a prezzi di mercato, in dollari;vedete questa bottiglia di olio? Beh, costa 2 $. Sì è vero lo stato garantisce un lavoro ed una casa per tutti, a chi non l’aveva gli viene assegnato un lavoro ed un alloggio..”

Ma qual è lo stipendio medio di un lavoratore? “lo stipendio varia da 5-7 $ al mese per un operaio, fino a circa 20$ per un medico e 50$ per una guardia della polizia di stato, capite bene che da solo non può bastare, ci dobbiamo arrangiare..”.

“Ma Fidel che fa? Come pensa di arginare questa deriva davvero pericolosa? “Qualche anno fa, durante il famoso periodo especial, quando per tirar su l’economia, lo stato ha dichiarato il dollaro valuta ufficiale al posto del peso, Fidel ha permesso a chi, come me, aveva una casa un po’ più grande, di affittare qualche camera ai turisti e cucinare per loro..; ma noi ogni mese per ogni camera dobbiamo pagare allo Stato 200$, anche durante la stagione morta, così a noi arrendadores rimane ben poco..” “e il commercio, il mercato nero..?” Esiste eccome, chi ha accesso al dollaro perché ha contatti con i turisti riesce ad avere e a permettersi qualcosa in più, il frigo grande, il forno a microonde, anche il cellulare o la parabola..ma il campesino che vive nelle campagne e che non ha questi contatti, vive una vita molto difficile” Noi non possiamo vendere o acquistare l’auto o la casa; possiamo solo “permutare” la nostra casa con un’altra equivalente, questo per evitare la speculazione o la creazione di dislivelli..l” E Fidel? Insistiamo.. “Fidel ha fatto tanto e bene per il popolo cubano, noi tutti lo amiamo, lui ha fatto la rivoluzione e quando morirà tutto il popolo piangerà e lo rimpiangerà ma ora forse…” e qui Irene tace ma con la mano si tocca la testa, come per dire che forse Fidel non è più in sé e forse se togliesse il disturbo e lasciasse il testimone, per Cuba e per il popolo non sarebbe poi così male..questo Irene forse vuol farci intendere..

Irene ora tace, questo slancio di sincerità, quest’eccesso di confidenza forse le ha arrecato qualche imbarazzo dentro..

“Irene, come ti immagini il dopo-Fidel, come pensi che sarà il futuro prossimo venturo?, le chiediamo infine..- “I primi tempi saranno difficili, io temo, come in tutte le fasi di cambiamento, e forse per un po’ staremo ancora peggio di ora; bisognerà vedere se chi, o coloro, che lo sostituiranno riuscirà a riportare Cuba ad una situazione economica decorosa, più aperta, in cui Cuba sia capace di negoziare con gli altri paesi, di acquistare quello che ci serve e di vendere quello che abbiamo; qualcuno che riesca a superare il Blocheo, il famigerato embargo e gli altri problemi..”

Irene che ci raccontò la sua storia fumando al balcone una fresca serata d’agosto, ad Habana centro, e se ti affacci da lì vedi Animas, la strada di Irene che a me fa venire in mente la nostra Italia degli anni ‘50, il neorealismo e ladri di biciclette, coi suoi palazzi sgarrupatissimi, piena di vecchi alla finestra, di cani rumorosi e di bambini in mezzo alla strada che giocano a nascondino tra vecchie ed enormi auto americane

Maximo lavora come cameriere all’Hotel di Vignale, vicino a Pinar del Rio, a nord di Cuba; arriviamo lì dopo un’affannosa ricerca di una casa particolar, mentre fuori il temporale si abbatte violentemente su case e cristiani.

Entrati nella camera dell’hotel comincia a dirci tutto quello che possiamo fare: escursioni a vedere i Mogotes, delle colline a forma di panettone davvero originali, gite nelle campagne circostanti, visita e percorso fino alla grotta o alle cascate, ed anche andare la sera ad un paladar [un ristorante autorizzato] che conosce lui in paese a 5 minuti da lì a mangiare l’aragosta a 10$..

Decidiamo per il paladar la sera (un po’ come se il cameriere di un hotel in Italia ci consigliasse di lasciar perdere la cena, perché il ristorante dell’hotel esta muy caro mentre sua cugina maria fa un ragù che è la fine del mondo e esta mas barato.. J) e fissiamo con lui l’escursione per la mattina seguente, 8$ a testa.

Durante l’escursione parliamo con Massimo, lui non si è mai mosso da Vignales, lavora per la Cubana, una sorta di agenzia di collocamento che si preoccupa di trovargli il lavoro, la mattina le escursioni, il giorno all’hotel..

Massimo parla molto bene, sua madre è un medico, ci tiene a dirci, e ci stende con una raffica di domande sull’Italia.. “Come si vive in Italia? Tutti hanno da mangiare? Quanto costa il cibo, e il latte? Ma le aziende in Italia sono private, qual e’ l’età della vita media da voi? “da noi non si sta male, ma niente è davvero privato; il campesino possiede la terra che coltiva ma non può disporre liberamente dei frutti del proprio lavoro; lo stato gli compra i prodotti della terra al prezzo che dice lui, e che è molto basso; il campesino può tenere una piccola parte per uso e consumo personale e per venderla ai mercati locali..” Camminiamo tra le campagne tra maiali e buoi rinsecchiti ed entriamo in un capanno che serve per l’essiccazione delle foglie di tabacco, ora vuoto perché non è stagione.. “Vedete quel trattore, -ci indica- non s’ usa più, il petrolio che ci passa lo stato è pequeno- pequeno, ma non importa.. usiamo i buoi e l’aratro..” e ci mostra un aratro che sembra uscito fuori pari pari da un quadro di Giovanni Fattori, ed io mi sento male per loro.. ma come pensano di puntare tutto sull’economia, il tabacco e la canna da zucchero ed il turismo quando qui siamo ancora ad un età preindustriale ed per i turisti tutto è infinitamente più caro che per loro, ma nonostante questo..riescono ad andare avanti?

Maximo sembra contento di cosa fa e di come vive, a Cuba la vita media è 76 anni, quasi come in Italia, molto elevata per un paese come questo se confrontato con gli altri paesi del centro e sud america, anche se è un po’ preoccupato per il futuro di Cuba e per l’embargo che ultimamente è diventato ancor più pressante. Anche lui, come tutti i cubani, tiene un amico fraterno che tiene una casa particular e, se non ci fosse più posto all’hotel, potrebbe portarci da lui..; naturalmente quando torniamo all’albergo ci rispondono che le camere sono tutte occupate. “esta lleno lleno lleno” [sta tutto pieno pieno applicabile ad ogni contesto turistico:..non c’è più una camera, un posto sull’aereo, o un auto da noleggiare], questo è il motto di Cuba per il turista fai-da-te.

“Solo per due notti ve la posso dare la camera, poi arrivano dei turisti americani da Santiago che hanno prenotato.. comunque ora ve le mostro, una è vicino al patio l’altra è sopra..” attraversiamo l’enorme ingresso, superiamo il patio e sere ed io ci sistemiamo nella stanza di sopra, che per me rimarrà la più bella stanza di Cuba. Eloisa è alta, un po’ grossa, dai capelli vagamente rameici, e coi denti radi. Deve aver superato da poco i 50. Lei medico, e Aurelio, suo marito ingegnere, vivono in una delle case coloniali più belle di Trinidad. “Come sono riusciti a sopravvivere alla rivoluzione? All’esproprio delle terre dei latifondisti da parte dei rivoluzionari, o forse un vero esproprio non c’è mai stato o forse quel che rimane loro di un’enorme ricchezza è solo quell’enorme casa un po’ decadente con la muffa alle pareti? Come sono scampati all’impeto travolgente della rivoluzione?” Queste ed altre domande ora affollano la mia mente. A Trinidad si respira un’aria diversa, coloniale e pre o contro-rivoluzionaria, qui si annidarono effettivamente i covi di rivolta contro Fidel e il Che.

Cerchiamo di chiedere qualcosa ad Eloisa, cominciando dalla storia della casa… “apparteneva alla famiglia di lui, un casato nobile e proprietario terriero.. “ ci dice in breve.. ma non riusciamo a strapparle nemmeno una parola su Cuba, Castro o la rivoluzione. Davanti alla sua casa c’è un circolo massonico che stride coi CDR (i famosi Comitati per la Difesa della Revolucion) disseminati in ogni strada di La Habana. Solo alcune parole le scappano - “sono momenti difficili, la casa è grande e richiede soldi per la manutenzione” Eloisa ha pure la domestica che serve in tavola e spazza via le foglie ed i fiori dal patio, ultimo retaggio di un passato che fu. Mi aggiro per la casa, avido di conoscere la storia pre-rivoluzionaria o forse la storia d’amore di Aurelio ed Eloisa, quasi fossero due personaggi dannunziani. Passo al setaccio i libri sugli scaffali, medicina, ingegneria ma anche poesia e letteratura, i CD e le cassette, musica classica e latino-americana. Alla parete onoreficienze ed attestati di laurea. Come è lontano e silenzioso questo mondo dal rumore e dai colori di Animas! Qui non ci sono bambini dalla pancia nuda che ti chiedono stilos, savon o magliette, qui c’è la figlia di Aurelio ed Eloisa che sembra anche lei una turista americana o una svizzera, mentre la sorella studia negli Stati Uniti e un giorno, forse presto, quando Castro non ci sarà più, ritornerà in quella casa coloniale da mamma e papà. Eloisa passa il tempo a dondolarsi, a guardare la Tv ed ascoltare musica a basso volume, forse è troppo giovane per ricordarsi una vita prima della rivoluzione che non ha realmente vissuto, forse lei spera nella restauracion! Eloisa con la domestica, gli americani in casa e forse nel cuore e gli ottimi minestroni con le verdure ed il brodo di pollo che ci ha preparato.

Torniamo a la Habana esausti, dopo un viaggio rocambolesco da Santiago, dove abbiamo dovuto dare mance a destra e a manca per salire su un aereo locale, perché, al solito, “sta tutto lleno, lleno.. ed è un po’ come ritornare a casa, dalla mamma, in un posto dove abbiamo imparato a vivere, a destreggiarci con cortesia tra chi ti offre un coco-taxi o un sigaro dalla finestra, o chi ti chiede di accompagnarla a fare la spesa ed a comprare il latte per la sua bambina che ormai i 7 anni gli ha fatti da un pezzo..o chi ti si attacca e non ti molla fino a quando non gli hai scucito un Euro per la sua collezione di monete da mostrare a scuola.. salvo poi dopo 5 minuti proporti di ribattare lo stesso euro per 1 ben più commerciale dollaro.

Habana in un certo senso rimane per me il più bel posto di Cuba. Sarà per la cattedrale, per i palazzi stupendi e coloniali di Habana Veja restaurati coi finanziamenti dell’UNESCO (Habana è infatti stata dichiarata patrimonio dell’umanità), sarà per i mohitos, per il mercatino, per i colori della vecchie Pontiac e Oldsmobile, per il Paseo, la passeggiata che si riempie di giovani artisti e pittori. Sarà perché io alla fine sono un cittadino nell’anima, sarà anche perché sono stato ad Animas e perché ho conosciuto i cubani veri.

“Volete visitare il palazzo? Costa 1 $ e poi c’è il “por biber”… come dite voi? Ah la mancia..” George fa il custode del Palazzo del libro in Plaza de Armas, ad Habana Vieja. Di cognome fa Milano, forse tra i suoi italiani vi è un milanese, e sorride mentre ce lo dice..intanto ha capito che da 4 turisti come noi ci può scappare una lauta mancia e una sana bevuta.

George è un fiume di parole, dopo pochi minuti smette di parlare del barocco spagnolo che sposa l’architettura europea per far nascere il barocco cubano, per parlarci di Cuba, di MCDonald che a Cuba non attecchirà mai, perché la globalizzazione deve fare i conti con la localizzazione ed ogni paese ha la sua cucina che fa uso dei prodotti della sua terra e che si adatta al proprio clima, anche se i fagioli cubani proprio leggeri e così tropical non sono ma questo è un altro discorso..

“George, Come si vive a Cuba?” – non possiamo fare a meno di chiedergli ad uno espansivo così..“la situazione è muy difficil. Castro ormai non appare quasi più in pubblico, si limita a qualche discorso di facciata, si è creata una sorta di tetrarchia [conosce pure questa parola, George Milano da Cuba] e ci cita nomi e cariche; tra questi quattro uscirà il successore di Fidel, forse quello che attualmente segue la politica estera, certo non Ruiz, il fratello di Fidel che era al suo fianco durante la rivoluzione. Ma nessuno di loro potrà mai avere il carisma, il magnetismo, la forza che esprime Fidel. Fidel è come un Dio, lui è stato in carcere ha rischiato la vita ha combattuto per la liberazione di Cuba. Gli altri no, sono persone normali.. George odia gli americani, la loro prepotenza ed arroganza..”Gli americani non tengono rispetto, non ti considerano come una persona, io li servo.. c’è chi mi chiede un favore, un ristorante per il pesce o una chica per la sera, ma io li disprezzo, loro se potessero si comprerebbero tutta Cuba, i nostri terreni e le nostre case, per poi restaurarli e rivendercele 10 volte tanto”. George, se fosse nato in Italia sarebbe ora magari il direttore vendite di una grande azienda del Nord, invece racconta ai turisti la storia di Cuba e della sua architettura con grande estro e maestria. Ci diamo appuntamento per bere insieme una Bucanero, la birra muy fuerte, la sua preferita di Cuba.

Difficile dare un giudizio, comprendere le ragioni o immaginare il futuro di Cuba. Facile ora pensare che alla morte di Fidel qualcosa succederà. Forse scompariranno dalle strade le frasi, i cartelli e gli striscioni inneggianti ai valori della rivoluzione, al Che, a Fidel, a Jose Martì ed agli altri eroi della guerra d’indipendenza, alla modestia, alla trasparenza, all’umiltà dei lavoratori; forse cesserà un giorno l’embargo, forse un giorno arriverà qui di nuovo il consumismo, il libero commercio, le marche e le TV commerciali. Rimarranno senz’altro i colori. Il verde intenso di quelle piantagioni di palme e banani, il nero degli occhi dei bambini, il colore marrone dei cohiba e il giallo trasparente del Ron [rhum] Havana Club, invecchiato 15 anos, il rum più buono di Cuba, ve lo assicura George Milano da Cuba, e di lui vi potete fidare.

Leonardo Bellini

Milano, 6 sett. 2004

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Articolo scritto da leonardobellini ( http://www.farebusinessconilweb.com ) - tratto da FastPopularity.com

 
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Post N° 74

Post n°74 pubblicato il 20 Dicembre 2006 da margharitadolcevita

ciao a tutti gli amanti di cuba e del ron cubano.

il mio preferito è sicuramente il ron legendario.

ho visto che avete inserito un link ad un distributore autorizzato del ron legendario

Io sono riuscita a trovare il sito dell' importatore e distributore esclusivo per l' italia

del ron legendario, cioè quello che lo compra direttamente da cuba.

si chiama Bad company.

il sito è www.badco.it  è ancora in costruzione, ma li' trovate i contatti per saperne di più. Spero di aver dato un' iformazione utile.

Ah, se sapete qualcosa di iù su master horeca e il boucanero fatmi sapere, perchè mi interessa.

grazie

 
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CAMPAGNA PER TOGLIERE L'EMBARGO CUBA

Post n°73 pubblicato il 04 Novembre 2006 da playagiron0
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DIREI CHE SAREBBE QUASI ORA CHE GLI STATI UNITI TOGLIESSERO L'EMBARGO A CUBA.

O CHE STANNO ASPETTANDO CHE FIDEL MUOIA COSI' SI PARTE SUBITO PER CUBA?

SAPPIAMO BENISSIMO CHE A MIO AVVISO RAUL ANDRA' AVANTI PER POCO ANCHE SE DICONO CHE SIA PEGGIORE DEL FRATELLO.

COMUNQUE CHI E' D'ACCORDO CON ME LO DICA RISPONDENDO AL MESSAGGIO.

hola a todos

 
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COMPLEANNO FESTIVO

Post n°72 pubblicato il 03 Novembre 2006 da playagiron0
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UN'IDEA PERCHE' IL GIORNO DEL COMPLEANNO NON POSSA DIVENTARE FESTIVO E RIENTRARE NELLE FERIE DI TUTTI I DIPENDENTI?

OVVERO OGNI ESSERE UMANO IL GIORNO DEL PRORIO COMPLEANNO DOVREBBE AVERE QUEL GIORNO GARANTITO LIBERO ANCHE SE MAGARI SCALATO DALLE FERIE, MA DI SICURO LIBERO.

ESSENDO UNA FESTIVITA' ANCHE SE PERSONALE DOVREMMO AVERLA LIBERA E NON INVENTARCI COME SEMPRE LE PEGGIO MALATTIE O ALTRO.

DITE LA VOSTRA, MAGARI POTREBBE ESSERE PROPOSTA A SINDACATI O ALTRI PER  POTER USUFRUIRE DI TUTTO CIO'.

hola

 
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CORSO SU DRINK E PIATTI DAL MONDO DEI CARAIBI

Post n°71 pubblicato il 14 Ottobre 2006 da playagiron0
Foto di playagiron0

CORSO SU DRINK E PIATTI
DEL MONDO DEI CARAIBI
Un corso del tutto innovativo su tutto il mondo del CARIBE.
Vi porteremo a conoscenza di ricette di drink e di cucina di tutto il mondo caraibico e non solo della ormai nota CUBA.
Un corso moderno che vi permetterà di riprodurre ricette all’interno dei vostri locali e poter creare HAPPY CARIBE
MASTER HORECA srl
Info: UGO DI PAOLO  3486023611 palmacristal@libero.it 

 
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PERCHE'

Post n°70 pubblicato il 08 Ottobre 2006 da playagiron0
 
Foto di playagiron0

Perchè nessun uomo possa dominare su un altro, perchè nessun uomo possa negare alimenti ad un altro, perchè nessun uomo possa negare la libertà, perchè tutti i popoli possano vivere liberi di amarsi ...................................... perchè tutto ciò non è possibile?

De Pablo

dedicata a BUSH in onore del suo tanto amato EMBARGO nei confronti di CUBA

 
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PIMENTOS MOJITO

Post n°69 pubblicato il 08 Ottobre 2006 da playagiron0
 
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A parte ormai la moda latino americana  cosa ne pensate?
Io ho applicato una piccola variante, diciamo che l'ho reso ancora più appetibile con l'aggiunta di due pezzettini di pimentos.

bicchiere tumbler grande o rocks da 12 oz

due cucchiaini di zucchero di canna ( sugar brown ) se fosse bianco ancora meglio
4 spicchi di lime
2 pezzettini di pimentos ( peperoncini )
uno spruzzo di soda
6 cl di ron autentico cubano claro ( io personalmente uso il Caney ) prodotto in Santiago ex distilleria Bacardi
Soda a colmare

Vi assicuro che come aperitivo è ottimo oltre che ovviamente ad essere molto rinfrescante.

Il nome? ovviamente non può essere chiamato Mojito anche per non confonderlo  con la bevanda preferita da Hemingway alla Bodeguita del Medio ( Havana Cuba ), chiamatelo semplicemente.........................

 
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PALMA CRISTAL  la preferida de Cuba

Post n°63 pubblicato il 30 Maggio 2006 da playagiron0
 
Foto di playagiron0

PALMA CRISTAL

La preferida de Cuba e da me. Birra ideale per pasteggiare e non solo con pizza come perserebbe la maggior parte di italiani ma..... udite udite !!! anche con pesce cucinato con salse leggere o ancor meglio se lesso. Questo ovviamente per la sua freschezza e il suo basso tenore  alcolico. Poi perchè no.. in una serata in discoteca o i pomeriggi molto afosi. Si consiglia inoltre per i pomeriggi afosi anche un bel Mojito ovviamente con il Ron carta blanca Caney el mejior de Cuba prodotto nel vecchio stabilimento Bacardi a Santiago de Cuba. Ancor meglio dopo cena con un bel sigaro cubano accompagnato con  Ron Anejo Centuria Caney.

Hola a todos e hasta luega

MASTER HORECA SRL

DIVISION MUNDO LATINO

Ugo Di Paolo

06 5122537 3486023611

masterhoreca@libero.it  ( per ordini prodotti )

palmacristal@libero.it (per informazioni )

 
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PALMA CRISTAL

Post n°62 pubblicato il 30 Maggio 2006 da playagiron0
 
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PALMA CRISTAL

 
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